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Il Tribunato di Romagna, insieme alla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, il 21 aprile 2017 ha assegnato il Premio Genius Romandiolae, II edizione, a due autorevoli scienziati romagnoli: Dino Amadori, oncologo, fondatore dell’Istituto Oncologico Romagnolo e dell’Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori, e Vincenzo Balzani, chimico, professore emerito, co-inventore della fotosintesi artificiale e delle macchine molecolari, potenzialmente capaci di convertire l’energia solare in energia chimica o meccanica, ricerca che gli ha permesso di sfiorare il riconoscimento del Premio Nobel 2017.

I due vincitori sono stati scelti con la collaborazione di una quarantina di enti pubblici e privati (in particolare i sindaci delle sette città sorelle della Romagna) attraverso una consultazione con indicazione delle candidature e delle relative motivazioni.

La straordinaria carriera professionale dei due vincitori è portatrice di valori professionali, intellettuali e culturali, esempio per le nuove generazioni in quanto hanno inciso profondamente sulla società, sulla crescita civile e socio-economica e sul benessere della popolazione romagnola.

Il binomio scienza e comunicazione vuole significare l’importanza della scienza, senza la quale non ci può essere tecnologia e progresso in qualsiasi settore produttivo, industriale, culturale, e della comunicazione, scienza che deve essere corretta e diffusa affinché l’opinione pubblica si possa informare consapevolmente.

Le difficoltà che incontra la cultura a farsi largo in Romagna, frenata da localismi e individualismi spinti è stata approfonditamente illustrata dall’avvocato Piergiuseppe Dolcini, già presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, che ha evidenziato le contraddizioni, i limiti, ma anche le fondate speranze che ci vengono dall’ascolto di messaggi di grande forza morale, come quello non solo religioso di Papa Francesco.

Sono poi seguiti gli interventi di due autorevoli voci scientifico-comunicative italiane: la senatrice a vita Elena Cattaneo, che si sta battendo per un corretto rapporto tra scienza e politica, per la libertà e l’etica della ricerca e contro la disinformazione mediatica e ideologica volta ad alimentare paure nell’opinione pubblica e sfiducia nella scienza; il giornalista Rai Riccardo Iacona, paladino della libera informazione, irriverente, nelle sue richieste, verso il potere, riuscendo però in tal modo a svegliare le coscienze e a portare in evidenza verità oggettive. Iacona ha concluso la sua relazione dicendo che per abbassare i rischi della manipolazione delle verità oggettive del paese, favorite dal potere economico o politico o da interessi occulti, occorre auspicare una “santa alleanza” fra ricerca e comunicazione.

Il “Quaderno” del convegno (50 pagine) è disponibile gratuitamente facendone richiesta al Tribunato di Romagna.

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